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maratona di siviglia recensione runtrip

La Maratona di Siviglia  (Roberta Gadda – Lodi)

Correre è per noi una passione, ma cerchiamo di abbinare anche la visita di città nuove, quindi almeno una volta all’anno optiamo per una maratona estera. Adoriamo la Spagna: già due anni fa siamo stati a Barcellona e il calore della gente mentre arrivavamo al traguardo ci ha aiutato a sentire meno fatica e ci ha trasmesso così tanta gioia da voler tornare ancora.

Tornando a Siviglia, a iscrizione effettuata abbiamo anche appreso che il percorso era per lo più piano, e se da un lato questo ci ha fatto inizialmente piacere, devo ammettere che “sul campo ” un pochino mi è pesato perché non essendo molto veloce ho la possibilità di guardarmi intorno e mi è sembrato un pochino ripetitivo, ed in effetti alcuni tratti che venivano riproposti.

Dove dormire

Come sempre, abbiamo prenotato con largo anticipo, per la precisione a giugno: la scelta è ricaduta essenzialmente su un hotel che fosse vicino alla partenza/arrivo, soprattutto per raggiungerlo velocemente dopo lo sforzo dei 42km. L’hotel scelto è stato il Barceló Sevilla Rinascimento, un bellissimo 5 stelle.

Purtroppo a circa due mesi dal viaggio ci è stato comunicato che la partenza della Maratona non sarebbe più stata nell’Isla di Cartuja, ma nel Passo de la Delicias, in centro, a circa 5 km dal nostro albergo. Non abbiamo potuto disdire perché avevamo già saldato tutto, ma fortunatamente l’organizzazione ha fornito dei bus sia alla partenza che al ritorno, che ci hanno portato e riaccompagnato. L’hotel è molto bello, le camere accoglienti, distribuite circolarmente lungo i corridoi delle tre torri, con uguale esposizione sull’atrio generale: noi avevamo una nella deluxe, molto spaziosa.

Organizzazione

Il ritiro del pacco gara è stato effettuato al Fibes, un palazzo congressi molto decentrato da tutto e quasi impossibile da raggiungere coi mezzi: ci sarebbe voluta oltre 1 ora. Abbiamo quindi optato per il taxi, che abbiamo utilizzato spesso, per tutta la vacanza, per ritornare in hotel: è un mezzo non molto costoso che fa risparmiare parecchio tempo.

L’Expo non era molto ampia, ma piuttosto essenziale, con qualche stand di altre maratone ma pochi di abbigliamento sportivo. Il pacco gara dello sponsor tecnico New Balance conteneva un giacchino antivento rosa shocking sia per uomini che per donne. Il pettorale ci è stato consegnato direttamente in mano, non imbustato, e con chip integrato, insieme alla sacca trasparente per i vestiti da lasciare al deposito borse, localizzato in zona acquario e distante circa mezzo chilometro dalla partenza. All’arrivo ci hanno dato una borsa contenente arancio, mela, Gatorade e una barretta energetica.

Utilissimo è stato il biglietto gratuito da cambiare con il voucher per utilizzare il sightseeing, il bus rosso che in tutte le capitali effettua fermate per consentire la visita della città. I ristori erano perlopiù di liquidi e sufficienti per tutti i 14.000 partecipanti. La maratona di Siviglia ha ottenuto il “gold label” dallo iaaf.

Dove mangiare

La sera prima della maratona, di sabato, abbiamo fatto il carico di carboidrati da ‘Camillo e Peppone ‘ ristorante italiano sul Guadalchivir nel bel quartiere di Triana, che insieme alla Macarena sono i più caratteristici di Siviglia. Abbiamo optato per un menu semplice: pasta al pomodoro, pizza margherita e bruschetta al tonno.

Rapporto qualità/prezzo discreto, per essere all’estero.
Terminata la maratona non ho mai fame, non ho nausea ma anche cercando di mangiare non riesco a reintegrare nulla. Devo aspettare la cena, e così abbiamo fatto. Cercavamo un buon sushi con formula all you can eat, ma a Siviglia non esistono, così siamo andati al ristorante giapponese sushi bar optando per un menù alla carta.
Lunedì sera abbiamo cenato a base di tapas in un localino all’aperto, sempre a Triana: i 21 gradi lo consentivano.

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Considerazioni generali

È stata anche questa una bellissima esperienza, in cui ci siamo divertiti tantissimo e abbiamo portato a casa entrambi il personal best, cosa che non guasta.

Peccato esser partiti con tendinite al peroneo e pochi km nelle gambe (solo un 19km): ma “maratona” non vuol dire solo gambe, ma anche cervello, e il mio mi ha portato al traguardo con le lacrime per la gioia.

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