fbpx

CorrereOltre ASD

recensione maratona di berlino runtrip correre oltre asd

Recensione della Maratona di Berlino

La maratona di Berlino vale sicuramente ogni singolo soldo speso.

Oltre ad essere il percorso più veloce in assoluto, ideale per chi cerca il pb, è una città meravigliosa da visitare e culturalmente molto vivace.

Vale la pena prenotare uno dei tanti pacchetti messi a disposizione dai maggiori tour operator che garantiscono il pettorale ed una trasferta zero pensieri (io sono sempre andata con RAM Running and More, un’agenzia di Bolzano con cui mi sono sempre trovata molto bene, grazie anche all’esperienza del top runner Hermann Achmuller).

recensione maratona di berlino runtrip correre oltre asd

Qualcuno dice che correre a Berlino è anche meglio che correre a New York… Non so se sia vero, è tutto molto soggettivo; io non ho mai corso né a New York né in nessun’altra delle Major Six, ma posso garantire che se cercate una maratona memorabile, con un’organizzazione PERFETTA, partecipata, con un tifo incredibile lungo tutto il percorso,  e con un arrivo indimenticabile (gli ultimi 400 metri dopo la Porta di Brandeburgo sono qualcosa di indescrivibile), Berlino fa sicuramente al caso vostro.

recensione maratona di berlino runtrip correre oltre asd

Dove dormire?

L’hotel seppur un due stelle + paragonabile ad un 4 stelle nostro. Camere confortevoli, nuovissimo, moderno, e soprattutto a due passi dalla partenza.

Dove Mangiare?

La cena pre maratona all’Opera, un ristorante (tipo ostello) gestito da giovani italiani (toscani credo), dove c’era di tutto e di più… servizio a buffet, pizza, pasta riso, di tutto, dolci compresi.

Come ho preparato questa maratona

Esattamente quattro domeniche fa correvo a Berlino quella che sarebbe dovuta essere la maratona del mio personale. Sarebbe, infatti… Il condizionale è d’obbligo, soprattutto quando si parla dei mitici 42 km e 195 metri.

Piccola premessa: per me corsa ha sempre fatto rima con maratona, perché nella distanza regina ho sempre trovato lo strumento perfetto per mettermi in gioco come piace a me, stemperando quelle paranoie che mi accompagnano da una vita e trovando nel corso della lunga ed estenuante preparazione che richiede la risposta a quasi ogni domanda ; si, non sono una di quelle che “l’importante è arrivare, che anche se ci metto 6 ore l’importante è divertirsi” … Lo confesso: vorrei tanto esserlo a volte, e nutro una sana invidia per coloro il cui divertimento traspare chiaramente quando non addirittura spudoratamente da ogni scatto postato sui loro social. Fossi una milanese doc, sarei la classica “runner imbruttita” 😉 Insomma, in due parole, farmi il mazzo mi piace da morire, e, soprattutto, sono un’agonista coi fiocchi, e competitiva da morire, soprattutto nei confronti di me stessa.

recensione maratona di berlino runtrip correre oltre asd

A Berlino

A Berlino ci sono arrivata nelle migliori condizioni fisiche e psicologiche possibili: stressata il giusto (sono mamma e moglie, con doppio lavoro, ho già detto tutto…), fisicamente a posto, senza nessun acciacco, e, forse per la prima volta, consapevole fino in fondo dei miei mezzi; non dico sicura di me stessa, quello no, mai, ma serena sicuramente si: tabella seguita senza saltare un solo allenamento, fiera di me perché non è stato così scontato finalizzare per metà settembre con il caldo di quest’estate, correndo anche 80/90 km a settimana, riscontri cronometrici ottimi, che ben lasciavano presagire (il crono non è tutto, ma… insomma, a volte anche si ;-)), la determinazione alle stelle affinché questa mia terza trasferta a Berlino fosse quella che mi avrebbe regalato la soddisfazione più grande per un maratoneta… Insomma, i presupposti giusti c’erano tutti.

recensione maratona di berlino runtrip correre oltre asd

Poi, si sa, le cose non sempre vanno come vorremmo.

In questo ho ancora molto da imparare: mio marito, che è un grande saggio oltre ad essere colui che mi sostiene sempre in tutto e per tutto, dice sempre che il segreto sta tutto nel non farsi aspettative, ma come si fa?!!? Credo sia quanto meno umano averne, soprattutto quando per alcune settimane della tua esistenza condizioni pesantemente la vita famigliare, quella sociale, e casa si riduce ad un fac simile di un campo di accoglienza. Lo dico sempre… La corsa non è la mia vita, anzi, ci sono momenti in cui proprio non la sopporto e la manderei letteralmente a quel paese, e le maratone mi riducono sempre ai minimi termini che ci impiego settimane intere a rimettermi in sesto, però… Cavolo, quel “però” è uno di quelli tosti, di quelli capaci di farti rimangiare le tue stesse parole, quel “Mai più” che quasi subdolamente si trasforma in “Vabbè dai, ma forse se mi alleno meglio…” col trascorrere dei giorni (o delle ore, dipende ;-)), fino a diventare “Coach, mi prepari una tabellina per la prossima maratona?”

recensione maratona di berlino runtrip correre oltre asd

Io al traguardo di Berlino ci sono arrivata nel peggiore dei modi, strisciando sulle ginocchia, devastata dai crampi, e con il morale sotto terra. Delusa da morire. Arrabbiata. E con un senso di colpa che per quanto ingiustificato possa sembrare, non ho potuto fare a meno di provare: nei confronti di mio marito che più di una volta si è svegliato prima dell’alba per accompagnarmi in bicicletta durante gli allenamenti più lunghi (per aiutarmi a tenere il passo e per i rifornimenti, impagabile), nei confronti dei miei figli che per qualche settimana hanno mangiato non proprio benissimo e indossato abbigliamento non stirato…

Nei confronti di chi deve affrontare ogni giorno problemi ben più seri e gravi di un personale mancato ad una c…o di maratona, tutto vero, tutto lecito ma…Si sa: provate a dire ad un buongustaio al pranzo di Natale di pensare a chi muore di fame nel terzo mondo… E si, anche nei confronti dei colleghi che non ne potevano più di sentir parlare di ripetute, glicogeno muscolare e potenza lipidica, e ai quali avevo promesso il classico vassoio di paste se avessi centrato il pb.

Quel pb che, me ne sono resa conto solo “psicanalizzandomi” con mio marito (si, sempre lui, santo uomo) dopo un pianto dirotto scatenatosi inaspettatamente dopo una settimana al ristorante in mezzo a decine di altre persone, mi avrebbe permesso di essere momentaneamente in pace con me stessa: perché, alla fine, io le maratone le amo e le corro perché ogni volta è un riscatto personale, che mi permette di addolcire per un po’ l’amaro che puntualmente ed inaspettatamente mi pizzica l’anima. Ognuno ha i propri fantasmi, i propri buchi neri: ebbene, il mio lo conosco da una vita e, forse, ho imparato a conviverci; la corsa in questo mio personalissimo percorso è stata fondamentale. Per questo dico sempre che “le devo molto” e che la amerò sempre: perché, come in tutte le più belle storie d’amore, mi fa sempre venire voglia di essere una persona ed un’atleta migliore.

recensione maratona di berlino runtrip correre oltre asd

Volete sapere la verità? La batosta di Berlino l’ho digerita solo ieri, in occasione dell’evento all’interno del Festival dello Sport a Trento in cui sono intervenute tre eccellenze dello sport paralimpico italiano: Bebe Vio, Martina Caironi, Francesca Porcellato.

Ecco, le loro storie pazzesche, di sfiga tremenda e di batoste impressionanti, di sacrifici immani e di riscatto personale e sociale attraverso lo sport, hanno avuto il potere di rimettermi finalmente in sesto.

Ma non per il motivo che pensate, forse quello più scontato e banale: “Dovrei vergognarmi di farne una malattia della mia maratona non andata come speravo, quando invece dovrei ritenermi fortunata”.. Eh no, troppo facile!

Due frasi di Francesca in particolare mi hanno colpita profondamente: “Quando mi hanno dato la prima carrozzina, volevo farla andare il più velocemente possibile, volevo sentire l’aria sulla faccia”… “Ai Giochi invernali di Torino 2006 arrivai ultima nello sci di fondo, per me era già un successo esserci, era una disciplina completamente nuova per me.. Ma 4 anni dopo, a Vancouver, vinsi l’oro”.

recensione maratona di berlino runtrip correre oltre asd festa dello sport

E mentre parlava aveva il fuoco nei suoi occhi, che i suoi capelli a confronto… Nulla! Che io in quel momento, lo giuro, ho visto “solo” l’atleta, e non l’atleta disabile in carrozzina… Mi ha fatto un grande regalo Francesca: farmi sentire “legittimata” nel mio disappunto per una gara andata male, azzerando in un attimo ogni senso di colpa e ponendoci allo stesso livello, almeno nelle intenzioni: due atlete con una voglia di riscatto incredibile. Perché, se è vero che siamo tutti unici nelle differenze, siamo nessuno nell’indifferenza.

recensione maratona di berlino runtrip correre oltre asd

Eccola la mia Berlino! Non un disastro totale, ma qualcosa da cui ripartire, ancora una volta, per ritrovare un altro pezzo di me stessa.

Buone corse e buona vita oltranzisti!

Percorso e altimetria

Scritto da: Nam Soon Kim D’Amato – Trento

Post a Comment