
Recensione Primiero Dolomiti Marathon 2018
L’ estate scorsa un amico mi disse di una gara meravigliosa intorno alle Pale di San Martino: una 26 km con percorso quasi interamente sterrato e con dislivello, quindi non da prestazione cronometrica, ma dal contorno paesaggistico tra i più belli mai visti (per una gara).
Io quello stesso giorno mi ero già iscritta ad un trail (uno dei miei primi!) e quindi decisi di tenerla in considerazione per il 2018. Chiaramente la maratona non la presi neanche in considerazione visto che fino a quel momento non ne avevo mai corsa una nemmeno su strada!
Questo inverno, presso gli stand delle varie gare, vedo spesso circolare il volantino della Primiero Dolomiti Marathon: ne prendo su uno e lo conservo.
Chi mi conosce un po’, sa che non programmo quasi nulla e tendo molto a improvvisare (a scapito delle mie tasche che piangono!). Nel frattempo le maratone (42 km) sono arrivate e, alle porte dell’estate, comincio a dedicarmi ai trail.
Più si avvicina il mese di Luglio più mi stuzzica l’idea di farmi un week end a Primiero.
La ragione dice 26 km, l’istinto bisbiglia 42 km. Devo solo trovare il modo di giustificare questa scelta.
Beh:
1. Non vado fin la sui monti per correre solo 26 km.
2. Chissà che mi perdo del percorso da 42 km.
3. Vuoi vedere che siamo solo in 3 donne a partecipare e posso spacciarmi per una campionessa?
4. Mi sto preparando a qualcosa (poi ci penso) di molto impegnativo quindi sono obbligata a fare 42km.
Direi che come giustificazioni possono funzionare. Bene, mi iscrivo!
Dove dormire
Cerco su booking un hotel con cucina in camera.
Mia mamma (nonché mia accompagnatrice) che si lamenta di quanto mi costino tutte queste “corse”, non la voglio sentire, perciò l’addolcisco dicendo che non spenderemo nulla in pranzi fuori e qui mi spunta l’aureola.
Trovo il residence Sportingclub a San Martino di Castrozza a 190 euro per due notti/due persone e prenoto. Accettano pure i cani, c’è scritto, e c’è la zona spa con piscina, sauna e bagnoturco: perfetto!
In quel momento non mi era ancora molto chiaro da dove partissero le varie distanze, ma da qualche parte avevo letto che San Martino in qualche modo c’entrava, quindi non mi pongo altri problemi.
La domenica precedente partecipo alla 3 campanili in Val Sabbia (21 km con 1000 d+) migliorando il mio tempo di 10 minuti rispetto all’ anno precende quindi tutto sembra andare per il meglio.
Il giorno successivo comincio ad avvertire un dolore all’alluce, faccio finta di niente e continuo con i miei allenamenti. Martedì il dolore è insopportabile e si espande su tutto il piede: unghia incarnita.
Comincio a pensare che a Primiero ci andrò a fare una vacanza. Eppure non può svanire tutto così. DEVE guarire: ho tre giorni di tempo. Pediluvi con acqua bollente e bicarbonato, gentalyn beta e sandali aperti per 3 giorni. Giovedì sera sembra guarito e venerdì 6 di mattina presto si parte! Il viaggio dal Passo del Ballino (alto Garda, dove mi trovo già) a San Martino di Castrozza è stimato di 2 ore, ma si rivela essere molto più lungo (3 ore abbondanti) in quanto di autostrada c’è ben poco (30 km) e tutto il resto è di curve e tornanti attraverso le valli.
Nonostante il viaggio sia più lungo del previsto non è affatto noioso, anzi, è già di per sé una vacanza! Quando poi si raggiunge il passo Rolle a 1950 metri di altitudine con le Dolomiti a ridosso immerse nella nebbiolina gelida non vi dico la meraviglia! Io sono in shorts, camicetta e sandali e provo brividi di freddo e di euforia (a me la montagna fa ‘sto effetto).
Ora si scende verso S.Martino. E finalmente si arriva: paesino delizioso a 1500 metri s.l.m.
Meno male che i miei due cani ne fanno forse uno intero, perché scopro che devono pagare il soggiorno in hotel: 10 euro a testa e mi tocca pure offrire!
Regola dell’hotel di cui non mi ero informata: non si accettano cani superiori ai 10 kg; quelli con peso inferiore pagano 10 euro a cranio, cioè, a muso. Io li compatto un po’ e riesco ad ottenere almeno un soggiorno dei due gratis! Insomma, paga un cane solo.
L’ hotel è molto elegante e in posizione davvero centrale e comoda. Camera in legno in tipico stile montanaro, bagno e cucina puliti.
Finalmente leggo il regolamento e scopro che tutto si svolge a Fiera di Primiero (pettorali, partenza del bus navetta…). Ops!
Fortunatamente si può fare tutto la mattina stessa della gara così per quel giorno ci risparmiamo altri 20 minuti di tornanti. Giretto in paese e nei boschi circostanti, cena in camera e a letto presto!
Sabato mattina colazione in camera (grazie al cielo nessuna tentazione da colazione in hotel, anche se, pagando un supplento di 7/8 euro, ci si può sfondare di cibo al ricco buffet dell’ hotel. Ma io, stavolta, passo) e via verso Fiera!
Organizzazione
Mi iscrivo (ero convinta di averlo già fatto, invece…no!), pago 55 euro, ritiro il pettorale e mi incammino verso la stazione dei bus navetta che ci condurranno alla partenza della 42 km in Val Canali (raggiungibile solo con i mezzi messi a disposizione dall’organizzazione).
Non sono agitata: non ho mai fatto una gara da 42 km con percorso trail, 1300 d+ e 1600 d-, quindi non ho pretese, non ho aspettative e la voglio prendere come escursione in un posto meraviglioso. L’ allenamento per la distanza e per il dislivello ce l’ ho, la velocità non mi interessa.
Da dove il bus ci fa scendere c’è da fare 1 km a piedi per raggiungere la partenza (ancora poi ne facciamo troppo pochi!).
Mi fermo in rifugio a bere un caffe e ad agghindarmi, medito sulle scarpe da mettere (strada o trail, strada o trail??), infilo quelle da strada, incontro Nicola (Federici) che mi dice di aver optato per le scarpe da strada, mi tolgo quelle da strada e mi infilo quelle da trail (viva le idee chiare!), ci facciamo qualche selfie, depositiamo la borsa che ritroveremo a Fiera e….si parte! Il sole c’è, l’aria frizzantina pure.
Il percorso
Tengo il mio passo tranquillo, il viaggio è lungo e me lo voglio assaporare tutto. Voglio correre tutte le salite, pianino ma costante. Si alternano boschi, praterie sconfinate con le Pale maestose a fare sempre da cornice, malghe, ruscelli, ponticelli, laghi, vallate e io rido da sola come imbambolata.
Le salite faticose sono sempre compensate da discese e questo tipo di percorso mi affatica molto meno rispetto ad un percorso su strada. Sono completamente rapita. I pensieri svaniscono e lasciano spazio solo alla percezione del movimento armonioso del corpo che mi fa scivolare tra sentieri sconosciuti: la pace dei sensi, calmi ma vigili.
Sto quasi per abbandonare lo stato terreno quando invece qualcosa di molto terreno mi ricorda che sono umana: la pipì!! Accidenti ai miei beveroni! Ma che importa: trovo un nascondiglio nel bosco e la faccio!
Alcuni tratti quasi vertical in single track in cui noi comuni mortali camminiamo e in 16 km sono a San Martino di Castrozza: si entra in paese, passo davanti al mio hotel, attraversiamo la piazza principale e il corso tra la folla che acclama e di nuovo nel bosco. Ora si corre insieme alla 26 km che parte proprio da S.Martino.
A quel punto è come se cominciassi una nuova gara ed è una sensazione fantastica. La montagna mi infonde una carica incredibile. Ora il percorso si alterna tra saliscendi continui ed è piacevolissimo.
Ultimi 10 km : quasi interamente nel bosco ed in discesa su single track. Li faccio tutti d’un fiato e perennemente in sorpasso (cioè in pendenza, possibilmente evitando di finire nel fosso laterale!) e infatti sento che cominciano a spuntare vesciche sui piedi.
Ma non mi importa: sono troppo carica di adrenalina. Mancano ormai pochi km e cedo leggermente ma ormai l’arrivo è vicino. Ecco il paese, discesa finale, poi il corso di Fiera e ci siamo! 4.32 h! 10ecima donna assoluta! (Quindi non eravamo in 3…).
Mia mamma chiaramente non mi aspettava ancora! Qualche minuto per riprendere fiato e smaltire un leggero senso di nausea e sono come nuova, quasi.
Libero i miei piedi maciullati dalle scarpe (meno male ho optato per quelle da trail! Di asfalto ce n’è davvero poco!), mi cambio, ritiro il pacco gara presso la palestra (maglietta tecnica stile polo molto carina!) e sono pronta per andare a mangiare!
Dove Mangiare
Almeno un piatto tipico trentino dopo la gara me lo merito! Il ristorante sul corso ha già chiuso la cucina ma ci indirizzano ad una birreria/ristorante La Doga poco più avanti che fa cucina anche nel pomeriggio e ci prendiamo strangolapreti e canederli!
Cucinati da dio! Saporiti e leggeri (no, non sono io che in quel momento avrei mangiato anche i sassi, lo ha confermato anche mia mamma!)
Torniamo a San Martino, ci fermiamo nella pasticceria sul corso per prendere una fetta di crostata alla frutta secca super invitante per la colazione dell’indomani e poi dritte nel centro wellness dell’hotel! Che goduria per i miei muscoli!
Scarico
La mattina dopo alle 8.30 siamo già in cabinovia (l’ hotel a S. Martino non sara’ il massimo della comodità per la gara, ma lo è per gli impianti!) dirette sull’altopiano lunare delle Pale di S.Martino: 2700 metri s.l.m. Che spettacolo!
Scalata fino alla croce del Monte Rosetta e poi verso il Rifugio per il concerto del violoncellista Mario Brunello della rassegna ” Suoni delle Dolomiti” . Le note delle partite di J.S.Bach racchiudono tutta l’essenza della montagna e ne enfatizzano la maestosità.
Pranzo al sacco e di nuovo giù, questa volta solo il primo tratto con cabinovia e secondo tratto in mezzo ai prati, alle malghe e ai boschi. Torta ai frutti di bosco in rifugio e poi arrivo a S.Martino. Siamo pronte per ripartire.
Week end perfetto e riuscitissimo, ma non avevo dubbi: la montagna non delude mai!
Sicuramente da abbinare ad una vacanza, in quanto di escursioni che partono da S. Martino ce ne sono davvero tante e un giorno in più lo avrei fatto volentieri!
Ed ora, compenso la precoce nostalgia con nuovi obiettivi!
Scritto da: Beatrice Ruggeri – Cremona